domenica 18 maggio 2014

Il profondimetro

“Riprese la sua posizione a prua preparandosi a procedere alla mappatura. Con il monitor in mano indicò a Fokir il punto da cui cominciare. Poi, mentre Tutul immergeva in acqua il primo peso, lei immerse il profondimetro e premette il pulsante.”
“Pochi altri bordi bastarono a confermare l’ipotesi di Piya che i delfini fossero riuniti in una pozza il profondimetro dimostrava che in quel punto il letto del fiume aveva una profondità variabile tra i cinque e gli otto metri, più che sufficienti per dare ospitalità ai delfini quando il livello dell’ acqua si abbassava.” (Granchi – pagina 165,166)

Il profondimetro nasce come adattamento del manometro, uno strumento capace di misurare la pressione dei fluidi. Da come Piya utilizza lo strumento – ovvero immergendo il sensore poco sotto la superficie – capiamo che si tratta di un particolare tipo di profondimetro, che funziona come un ecoscandaglio. Infatti per sapere la profondità, senza mandare lo strumento al fondo e calcolare la pressione del liquido sovrastante, l’unico modo è quello del Sonar: lo strumento invia un segnale che arriva al fondale e torna indietro, permettendo di calcolare la profondità del tratto di fiume.


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